C’è un tratto di mare che non divide, ma unisce. È il Mediterraneo, culla di civiltà e crocevia di culture. Ed è proprio in questo spazio sospeso tra Europa e Africa che nasce Maria alla Frontiera, il nuovo progetto cinematografico promosso dalla Fondazione Mediterraneum ETS di Roma.
Fondata con l’obiettivo di riaffermare la centralità del Mediterraneo nello scenario geopolitico e culturale europeo, la Fondazione si impegna a tessere legami di dialogo, pace e cooperazione tra i popoli che abitano le sue sponde. Come scrive il presidente Gennaro Damato:
“La nostra missione è promuovere e rafforzare la centralità del Mediterraneo […] incoraggiando il dialogo, la pace e la cooperazione tra i popoli riverani di questa meravigliosa mare.”
Le attività della Fondazione spaziano dall’arte alla ricerca, dall’educazione alla promozione del dialogo interreligioso e interculturale, sempre con uno sguardo attento allo sviluppo di nuove forme di partenariato euro-mediterraneo.
Il documentario Maria alla Frontiera, ideato da Gennaro Damato in collaborazione con Piero Messina, si muove tra Mazara del Vallo, vivace borgo di pescatori siciliano, e La Goulette, quartiere affacciato sul mare alla periferia di Tunisi. Due luoghi lontani appena un braccio di mare, legati da secoli di scambi, migrazioni e intrecci culturali.
Damato, “tra Sicilia e Tunisia alla ricerca dei tratti comuni”
“L’histoire se déroule entre Mazara del Vallo […] et La Goulette […] illustrant l’entrelacement des cultures et des traditions qui caractérise ces deux communautés.”
La protagonista è Maria, giovane donna la cui vicenda si snoda tra queste due comunità, specchio di un Mediterraneo che, nonostante le sfide, resta un luogo di incontro vitale. Attraverso i suoi occhi, lo spettatore scopre tradizioni condivise, radici comuni e nuove forme di convivenza.
Il film non vuole essere solo un racconto, ma anche un gesto di diplomazia culturale. Come sottolinea la Fondazione, l’obiettivo è “favorire la comprensione reciproca e costruire ponti laddove troppo spesso vediamo muri.”
Maria alla Frontiera promette di essere più di un documentario: un invito a guardare il Mediterraneo non come una linea di separazione, ma come uno spazio di possibilità e di storie intrecciate.